Quando si parla di lesioni del menisco si pensa sempre a lesioni di poca importanza, facilmente risolvibili con completo recupero in tempi brevi. Questo perché la fonte principale di informazione riguardo alla patologia meniscale sono i quotidiani sportivi, dove spesso si legge di atleti, che hanno riportato lesioni del menisco, che vengono operati e tornano in campo come prima o meglio di prima in tempi eccezionalmente brevi.
In realtà il problema non è cosi semplice e merita di essere conosciuto in modo più dettagliato.
Struttura e funzioni dei menischi
I menischi sono strutture di fibro-cartilagine, un tessuto piuttosto elastico, con forma semilunare. Sono interposti fra l’estremità distale del femore, i condili femorali che hanno forma convessa, e il piatto tibiale che si affronta ai condili con una superficie piuttosto pianeggiante, leggermente concava la metà mediale e leggermente convessa quella laterale, in questo modo non vi sarebbe una buona congruenza articolare se questa non fosse ripristinata dai menischi con la loro sezione triangolare. I menischi essendo ancorati alla tibia solo con le loro estremità, corno anteriore e posteriore hanno una discreta mobilità che permette loro di seguire i movimenti delle strutture articolari del ginocchio.
Hanno importanti funzioni: innanzitutto, come abbiamo già visto, ripristinano la congruenza articolare dell’articolazione fra femore e tibia, aumentando così la superficie di contatto fra i due capi ossei.
Se mancassero i menischi l’area di contatto fra femore e tibia sarebbe ridotta, con conseguente aumento della pressione sulla superficie della cartilagine articolare che ricopre l’estremità di femore e tibia. L’aumento della pressione inevitabilmente danneggerebbe la cartilagine, innescando processi degenerativi articolari.
Inoltre, per l’elasticità della fibrocartilagine i menischi fungono da ammortizzatore degli stress di carico trasmessi fra femore e tibia.
Nei menischi sono anche presenti numerose terminazioni nervose che inviano al sistema nervoso centrale informazioni sulla posizione e sui movimenti del ginocchio.
Da ultimo, i menischi quando vengono compressi possono liberare una proteina, la lubricina che ha funzione di lubrificazione dell’articolazione.
Si comprende così, come una lesione del menisco o la sua asportazione (meniscectomia) più o meno completa possa alterare l’ambiente articolare e la sua funzionalità.
Tipi di lesioni meniscali
Esistono essenzialmente due tipi di lesioni dei menischi, le lesioni traumatiche e le lesioni degenerative. Le prime sono tipiche di soggetti giovani con integrità del tessuto meniscale, i menischi vanno incontro a rottura perché coinvolti in movimenti anomali del ginocchio, perlopiù conseguenti ad eventi traumatici con lesioni legamentose.
Le seconde si osservano in età più matura e avvengono in ginocchia che già presentano fatti degenerativi a carico delle altre strutture articolari, in particolare della cartilagine. Questi eventi degenerativi, essendo in fase iniziale, possono essere non ancora evidenti agli usuali accertamenti per immagini.
In questi casi i disturbi lamentati dal paziente potrebbero, quindi, non dipendere unicamente dalla lesione meniscale.
Sintomatologia
La sintomatologia varia a seconda del tipo di lesione. Nelle lesioni acute traumatiche, prevalgono i sintomi meccanici conseguenti al fatto che il menisco rotto non segua più il movimento del ginocchio, ma avendo acquisito una sua anomala mobilità interferisca con il movimento dell’articolazione determinando blocchi articolari e scatti.
Nel caso di lesione degenerative la sintomatologia è più subdola, insorge progressivamente senza eventi acuti, il dolore è meno definito, il paziente lamenta dolore al ginocchio senza indicare un punto preciso.
In entrambi i casi è possibile osservare tumefazione dell’articolazione dovuta ad un aumento del liquido sinoviale del ginocchio conseguente alla infiammazione dell’articolazione provocata dalla lesione meniscale.
Diagnosi
Un’accurata valutazione clinica può far sospettare un problema meniscale, ma la diagnosi è conseguente ad uno studio per immagini.
L’esame d’elezione per vedere i menischi è la Risonanza Magnetica che fornisce informazioni oltre che sul menisco anche sullo stato della cartilagine e dell’osso sottostante (osso subcondrale) che possono condizionare la scelta terapeutica.
Un esame radiografico delle ginocchia sotto carico dovrebbe essere sempre eseguito per valutare la presenza e la gravità di eventuali segni degenerativi dell’articolazione oltre all’allineamento dell’arto, che può condizionare sovraccarichi.
Terapia
Non è sempre chirurgica. Vi sono, infatti, numerosi casi di lesioni meniscali, in particolare degenerative, la cui sintomatologia può risolversi con un po' di pazienza, riposo, fisioterapia ed eventuali infiltrazioni.
In questi pazienti un intervento di meniscectomia potrebbe essere, inoltre, controindicato perché aumenterebbe la pressione dovuta al carico sulle superfici articolari, con conseguente peggioramento della degenerazione della cartilagine articolare e sofferenza dell’osso subcondrale.
Quindi, in questi casi, una decisione chirurgica deve essere sempre valutata con molta cautela.
Nei soggetti più giovani con lesioni traumatiche l’indicazione più corretta è quella di cercare di conservare il più possibile il menisco, in quanto il sovraccarico indotto dalla meniscectomia porterebbe con elevate probabilità a quadri artrosici gravi nel tempo. Il trattamento di scelta in questi casi sarebbe la sutura della lesione meniscale.
Il menisco ha un buon apporto vascolare nel suo terzo più periferico così la riparazione di lesioni in questa zona ha elevate possibilità di guarigione. Anche lesioni in zona più centrale del menisco possono andare incontro a guarigione, ma potrebbe essere necessario cercare di favorire il processo riparativo utilizzando adeguate tecniche (coagulo di fibrina, PRP).
Tuttavia non sempre le lesioni meniscali possono essere riparte per la qualità del tessuto, la morfologia della lesione, etc. e quindi la meniscectomia trova ancora indicazione. Ovviamente deve essere estremamente limitata, cercando di mantenere la funzione del menisco con la conservazione delle sue fibre longitudinali.
Sindrome da difetto meniscale
Questo è un altro problema che capita di dover trattare a chi si occupa di patologia del menisco.
Esistono casi in cui per una lesione del menisco, o più frequentemente per gli esiti di un intervento di meniscectomia, il paziente lamenti sintomi dolorosi e funzionali dovuti alla mancata funzione del menisco stesso.
In questi casi si tratta di ripristinare la funzione meniscale con un trapianto di menisco da donatore, nel caso di assenza di tutto o gran parte del menisco, o impiantando un sostituto meniscale biologico o sintetico nel caso in cui la misura del tessuto meniscale mancante sia più limitata. In questi casi l’impianto induce la crescita di un tessuto simile al menisco, che colma l’area di difetto tissutale mentre l’impianto stesso va incontro a riassorbimento.
Queste tecniche in genere determinano miglioramenti importanti della sintomatologia, tuttavia mancano prove nella loro capacità di evitare la progressione dei processi degenerativi articolari.
STUDIO DR. BULGHERONI PAOLO ORTOPEDIA & FISIOTERAPIA | Via Grandi, 10 - 21100 Varese (VA)
Tel. 0332240943 | info@ortopediaefisioterapia.it
| P.I. 00708540125